Nella prima parte di questa serie, Yasmin Hashmi spiega ai non addetti ai lavori cos’è KNX, cosa può fare e perché è affidabile.
Durante il periodo natalizio, ho avuto numerosi contatti e quando mi chiedono di cosa mi occupo, rispondo che curo una rivista dedicata a un protocollo di controllo degli edifici che si chiama KNX. Se, come me, ricevete uno sguardo interrogativo quando nominate KNX e vi chiedete cosa dire, ecco la mia risposta, in poche parole: KNX è un linguaggio elettronico utilizzato dai dispositivi di controllo dell’illuminazione, del riscaldamento, dell’aria condizionata, della ventilazione, ecc. per comunicare tra loro al fine di ottimizzare l’efficienza energetica degli edifici. È stato sviluppato da un gruppo di aziende europee oltre trent’anni fa e attualmente sono oltre 500 i produttori certificati conformi. Ciò significa che è possibile combinare più di 8000 prodotti diversi, tutti perfettamente in grado di funzionare insieme, offrendo così un’ampia scelta con la certezza di non dipendere mai da un unico fornitore.
A questo punto, ricevo un educato “Oh, va bene”. Ma non ho finito. Aggiungo che KNX è utilizzato per l’automazione di qualsiasi edificio, uffici, aeroporti, centri commerciali, musei, hotel, teatri, ospedali, stadi sportivi, scuole, abitazioni, ecc. Ovviamente, è in grado di offrire tutti i vantaggi di una smart home, compreso l’assisted living (grazie al controllo vocale e ai sensori che sanno se avete bisogno di aiuto), ma la sua caratteristica principale è l’efficienza energetica: dato che gli edifici consumano il 40% dell’energia mondiale, qualsiasi cosa possa contribuire a ridurre la nostra impronta di carbonio merita di essere reclamizzata. La risposta è sempre un cenno di assenso.
A questo punto il mio pubblico è incuriosito, ma capisco che non è ancora in grado di apprezzare appieno la genialità di KNX, così spiego che può svolgere compiti come capire quando è meglio abbassare le tapparelle e accendere le luci a LED se c’è molto sole, anziché usare l’aria condizionata, che potrebbe risultare più costosa. Grazie ai sensori, può reagire alla presenza di persone in vari modi, come spegnere la luce, il riscaldamento o il raffreddamento quando non c’è nessuno. Se ci sono dei presenti, può aprire le tende, accendere la luce e aumentare la ventilazione in base al numero di persone, giungendo persino a operare con i sistemi di prenotazione e preparare le stanze degli ospiti nel modo più efficiente. È inoltre in grado di capire se sia più vantaggioso immagazzinare o utilizzare l’elettricità dei pannelli solari o caricare l’auto elettrica, valutando le diverse tariffe dell’energia e le condizioni meteorologiche attuali/previste, accendendo perfino gli elettrodomestici nelle fasce orarie più convenienti.
Concludo facendo notare che i prodotti KNX non si guastano quasi mai, ma se questo avviene, è sempre possibile trovare un ricambio. Non sarete mai in balia del fallimento o della perdita di interesse di un’azienda e il nuovo prodotto sarà garantito come retrocompatibile con il sistema, indipendentemente dalla sua età.
Per chi ascolta, o semplicemente legge, deve essere ormai evidente che KNX è sostenuto da valori solidi.
Valori fondamentali
Prima che il mio editore e io ci avvicinassimo al mondo dell’automazione degli edifici, all’inizio degli anni 2000, la nostra esperienza si concentrava sull’audio-video professionale. Eravamo abituati a diverse aziende che collaboravano per rendere i loro sistemi interoperabili. A livello più elementare, tutte le tastiere musicali, le workstation audio, ecc. sono dotate di un’interfaccia MIDI con cui possono comunicare tra loro. È universale.
Immaginate quindi la nostra perplessità nel constatare che il settore dell’automazione degli edifici era pieno di sistemi di controllo proprietari che non solo non dialogavano tra loro, ma chiedevano anche di investire soltanto nella loro soluzione. Una concezione alquanto obsoleta. Tempo dopo, a una fiera, ci siamo imbattuti nel distributore di Ivory Egg Colin Price, che ci ha fatto conoscere KNX. Una boccata d’aria fresca! E, da un punto di vista ingegneristico, una ventata di buonsenso. Santo cielo, com’è cresciuta KNX da allora!
Interoperabilità
Nel 1990, i fondatori di KNX si resero conto che l’unica strada percorribile dal settore dell’automazione degli edifici fosse quella di rendere compatibili i loro sistemi. Grazie alla cooperazione e mettendo da parte i propri interessi commerciali immediati, insieme sono riusciti a offrire alle persone una scelta più ampia e soluzioni migliori, a beneficio di tutti. Hanno iniziato a sviluppare un linguaggio comune – il protocollo KNX – e hanno ottenuto il riconoscimento ufficiale come standard europeo nel 2003 e come standard mondiale nel 2006. Non è un’impresa da poco. Nel 2013, KNX è diventato infatti l’unico standard cinese approvato per il controllo di abitazioni ed edifici: una bella soddisfazione. Dalla manciata di aziende del 1990, i membri di KNX Association superano oggi le 500 unità.
Compatibilità senza tempo
Una cosa è la compatibilità nel presente, ma quanti sono i prodotti elettronici perfettamente validi, ma ormai considerati obsoleti? Insistendo sulla retrocompatibilità, cioè sul fatto che tutti i dispositivi KNX debbano funzionare insieme, indipendentemente da quanto siano nuovi od obsoleti, e rimanendo fedele a questo principio per oltre 30 anni, KNX ha dimostrato di poter essere veramente affidabile.
Sapere di poter investire in un sistema KNX che continuerà a funzionare incessantemente, che sia ampliato o resti invariato, è molto rassicurante, se non addirittura essenziale, in alcuni casi. Inoltre, nell’improbabile caso in cui un dispositivo si guasti (e dico “improbabile” a ragion veduta), può essere sostituito. Se un sistema deve essere riprogrammato o ampliato, disponete di una scelta sempre più ampia di professionisti in grado di farlo.
Un unico strumento software di programmazione
Un altro valore fondamentale di KNX Association consiste nel fornire un unico strumento software di configurazione universale, solido e indipendente dal produttore, che consente di progettare e configurare le installazioni KNX. Si chiama ETS (Engineering Tool Software), ed è giunta alla sesta versione (ETS6); può essere utilizzato dai professionisti KNX per configurare ogni singolo dispositivo certificato KNX, indipendentemente dalle dimensioni del progetto. ETS Home Edition è l’edizione di ETS adattata per l’utente finale, che permette di configurare un progetto utilizzando fino a 64 dispositivi e creare una smart home in base alle proprie esigenze.
Conclusione
Come dico sempre, “gli ingegneri salveranno il mondo”: a un certo punto, tutte le abitazioni e i luoghi di lavoro, di svago e di viaggio saranno dotate di un certo livello di automazione; ovviamente KNX Association non è l’unica in grado di comprendere che questo è il futuro degli edifici in vista del net zero. I nuovi attori si avvicendano e la concorrenza ci tiene sempre all’erta, ma ciò che quest’anno può essere conveniente per l’appaltatore, potrebbe non essere nell’interesse del cliente a lungo termine. Vale sempre la pena di chiedersi: “È probabile che questo sistema sia supportato negli anni a venire, per non parlare della durata dell’edificio?”
KNX ha un pedigree straordinario. Esiste da molto tempo e ha dimostrato di essere un marchio affidabile. Per l’Associazione, i cui membri sono concorrenti che cooperano per il bene comune, è importante che chi investe in KNX non venga mai abbandonato e disponga di una vasta gamma di prodotti, che consentano di individuare la soluzione ottimale per le proprie esigenze. La vostra installazione continuerà a esistere, potrete espanderla nel tempo e non dipenderete mai dai capricci o dalle sorti di un’unica azienda. Questo è il massimo della lungimiranza.
Nella seconda parte, analizzerò altri valori fondamentali di KNX e il suo approccio al futuro da leader di mercato.
Yasmin Hashmi dirige il magazine KNXtoday